Eugenio Marino: attenzione dei progressisti verso gli italiani nel mondo

 

ANALISI E COMMENTI
L'attenzione dei progressisti per gli italiani nel mondo
DI EUGENIO MARINO*
America Oggi 01-02-2013

 

Caro Direttore,


voglio innanzitutto ringraziare Lei e il Suo giornale per il lavoro encomiabile e difficile di informazione che in questi anni avete fatto con pazienza e dedizione verso gli italiani nel mondo, pur nelle difficoltà economiche e nella precarietà delle condizioni in cui il Governo Berlusconi ha tenuto la stampa italiana all'estero, sottovalutandone e disprezzandone il ruolo e la funzione non solo di informazione, ma anche culturale.


E voglio poi, tramite il Suo giornale, rivolgermi ai nostri connazionali, i quali per la terza volta in sette anni possono contribuire ad eleggere i propri rappresentanti in Parlamento e il prossimo Governo del Paese.


Si tratta di un passaggio fondamentale per il futuro delle nostre comunità e dell'Italia. Voglio quindi rivolgermi a loro per ripercorrere gli ultimi dodici anni che racchiudono ben tre legislature, due delle quali con la presenza degli eletti all'estero.


Innanzitutto va ricordato che in questi ultimi dodici anni, la Destra e Berlusconi (seguita dalla parentesi Monti) hanno governato, con le più ampie e solide maggioranze della storia italiana, per quasi nove anni, dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2011. Noi Democratici e progressisti, invece, solo due anni circa, dal 2006 al 2008.


Eppure, dal 2001 al 2006, il Governo Berlusconi, nonostante avesse al suo interno un importante ministro per gli italiani nel mondo, ha tagliato pesantemente tutte le risorse destinate agli italiani nel mondo, da quelle per l'assistenza agli indigenti a quelle per la cultura e per i servizi, riducendole a un totale di 44 milioni di euro. Né ha operato alcuna riforma di sistema.


Dal 2006 al 2008, poi, il Governo Prodi, pur varando pesanti manovre di risanamento finanziario, ha riportato gli investimenti verso gli italiani nel mondo a 73 milioni di euro nel 2008 e ha avviato una serie di riforme, tra cui alcune convenzioni con il Ministero degli esteri per potenziare e migliorare i servizi verso le comunità, le nuove forme di emigrazione e il mondo imprenditoriale. Ma poi quell'esperienza è stata interrotta con un danno per l'Italia e le nostre comunità nel mondo. È arrivato di nuovo Berlusconi, che ha subito azzerato gli sforzi fatti da Prodi, riportando in questi anni gli investimenti per gli italiani all'estero a livelli bassissimi e assolutamente insufficienti: 16 milioni di euro per tutti i capitoli che riguardano le nostre comunità. Per quanto riguarda Monti, egli si presenta con le sue liste all'estero nonostante abbia disatteso tutti i buoni auspici del suo insediamento e continuato con i tagli.


Detto questo, quindi, penso che il prossimo Governo dovrà stare al fianco degli italiani nel mondo e lavorare per ricostruire l'Italia e il rapporto con le nostre comunità, oggi estremamente sfiduciate nei confronti del nostro Paese e della politica.


Ma chi può fare questo? Chi può ricostruire l'Italia?


Non certo Berlusconi, poiché non lo ha fatto in nove anni di Governo su dodici.


Non possono farlo Casini e Monti: il primo al fianco di Berlusconi dal 2001 al 2006 mentre si operava la prima fase dello smantellamento dell'Italia e delle nostre comunità, il secondo perché nell'ultimo anno di Governo, pur avendo la maggioranza più grande della storia repubblicana e operando solo con provvedimenti di fiducia imposti dal suo Governo, verso le nostre comunità ha usato la mannaia e non il cesello, per recuperare da loro pochissime risorse inutili per il bilancio dello Stato e vitali per le nostre comunità.


Né può farlo un movimento di protesta come quello di Grillo o di Ingroia, che dichiarano da sempre di non volersi alleare con nessuno né hanno la possibilità di governare da soli o hanno mai dimostrato interesse verso gli italiani all'estero.


Come non può farlo nessuno dei movimenti o listini indipendenti che dichiarano di essere gli unici rappresentanti degli italiani all'estero, gli unici che, a sentir loro, non sono sottoposti ai dictat dei partiti perché sono interessati e rappresentano solo gli interessi degli italiani all'estero (sic!). Questi gruppuscoli, se pure eleggessero uno o due parlamentari in una qualche ripartizione, quale forza propositiva avrebbero in Parlamento? Quale seguito? Obiettivamente nessuno. E chi sa come funziona un parlamento lo sa bene.


Chi può ricostruire l'Italia, l'Italia giusta, è dunque Bersani e la coalizione dei progressisti. Una coalizione che avrà la maggioranza dei seggi nel Parlamento italiano e che rappresenta il più grande gruppo al Parlamento europeo. Una coalizione che può e sa parlare con i partiti e i governi di tutto il mondo e discutere con essi anche degli italiani che risiedono all'estero. Che ha nella Circoscrizione estero i candidati migliori: rappresentanti del mondo politico e istituzionale, imprenditoriale, della cultura, dell'università e della ricerca, dell'associazionismo indipendente, del sindacato, delle organizzazioni giovanili, del volontariato laico e cattolico. Giovani che portano linfa nuova insieme a rappresentanti navigati e con un bagaglio ricchissimo di esperienza.


E poi perché i progressisti hanno da sempre mostrato attenzione agli italiani nel mondo: già dal 1996 al 2001, hanno modificato la Costituzione con l'introduzione della Circoscrizione estero e hanno raddoppiato i fondi per la stampa italiana all'estero; dal 2006 al 2008 hanno mostrato di pensare agli interessi degli italiani nel mondo investendo risorse economiche e valorizzando il ruolo dei parlamentari eletti all'estero e degli organismi di rappresentanza. E anche in questa legislatura, mentre erano opposizione, hanno ascoltato le nostre comunità in ogni angolo del pianeta e a Roma per raccogliere direttamente le istanze dei cittadini italiani e costruire un programma di governo credibile e utile alle nostre comunità. Dal 2009 a oggi Bersani ha incontrato direttamente gli italiani all'estero e ha raccolto le loro istanze a New York, Tunisi, Bruxelles, Parigi, Berlino, Ginevra e Roma, al seminario Una grande Italia oltre Italia, insieme ai più importanti studiosi di emigrazione italiana al mondo (vedi i video su www.pdmondo.it). E da quel grande seminario è nato anche un libro sui 150 anni di emigrazione italiana che ognuno può chiederci e avere gratuitamente a (itmondo@partitodemocratico.it).


Enrico Letta, Vice Segretario del PD, ha incontrato gli italiani all'estero in Australia e Inghilterra. Rosi Bindi in Canada, Belgio, Germania e Lussemburgo. Anna Finocchiaro in Svizzera, Germania e Inghilterra. Massimo D'Alema diverse volte in America Latina, in Svizzera, Belgio e Roma, dove ha tenuto le conclusioni del seminario del 5 maggio 2011. E tanti altri dirigenti del PD sono andati in giro per il mondo a incontrare le nostre comunità.


Tutti loro, oggi, insieme ai nostri candidati e futuri eletti in Parlamento, sono pronti a lavorare con Pier Luigi Bersani a un pacchetto di proposte riformiste per le nostre comunità.


Nel suo ultimo messaggio di questi giorni agli italiani nel mondo Bersani ha detto chiaramente cosa intende fare quando sarà Presidente del Consiglio: garantire i servizi consolari, recuperare fondi per l'assistenza, migliorare il sistema dell'informazione, proporre la riforma generale del sistema di diffusione della lingua e cultura italiana nel mondo, dell'internazionalizzazione delle imprese in modo da coinvolgere anche quelle italiane all'estero, operare una seria strategia di valorizzazione delle nuove mobilità professionali e, infine, un rilancio e una riforma generale dell'intero sistema della rappresentanza.


Bersani e il Partito Democratico possono farlo perché hanno una storia documentata di attenzione al mondo dell'emigrazione, la forza parlamentare, un progetto credibile e i rapporti e la credibilità internazionali giusti.


Tutti gli altri candidati, partiti o movimenti hanno già dimostrato disinteresse o sono piccoli improvvisatori che danneggiano le istituzioni e la credibilità degli italiani all'estero.


Dunque, per chiudere con venti anni di Berlusconi e non aprirsi a nuovi improvvisatori e venditori di fumo, bisogna votare per il Partito Democratico, per Pier Luigi Bersani.


*Responsabile Ufficio Italiani nel mondo Pd

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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