Intervento del sen. Renato Guerino Turano sulla Riforma Costituzionale

 

 

Presidente, Colleghi,

 

quello che sto per fare è senza ombra di dubbio il mio intervento più importante da quando ho l'onore di sedere in quest'aula. E' l'intervento più importante perché oggi non stiamo discutendo di una qualsiasi legge dello Stato.


Stiamo discutendo del futuro dell'Italia e dei futuri governi, e di come modificare la Costituzione per rendere il nostro un Paese migliore per i cittadini.


E purtroppo, quanto ho letto nel testo di riforma uscito dalla 1a Commissione, non mi appare per diversi punti un testo in grado di migliorare il nostro Paese.


Per questo, Presidente, chiedo il massimo del tempo disponibile per spiegare il mio punto di vista.


Alla base delle mie perplessità c'è innanzitutto la scelta di trasformare il Senato della Repubblica in un Senato non elettivo, in un Senato nominato, scelto a tavolino, e che di fatto rischia di compromettere seriamente il bilanciamento ed il controllo dei diversi poteri ed organi costituzionali.


In altre parole si rischia di permettere a chi ottiene una maggioranza di nominare facilmente il Presidente del consiglio, il Presidente della Repubblica e tutti gli altri organi costituzionali.
Fin da piccolo sono cresciuto con un ideale fortemente democratico che anche la nostra magnifica Costituzione riporta nei suoi Principi fondamentali.
E' l'articolo 1 a ricordarci che la sovranità appartiene al popolo.
E' il popolo che deve scegliere la sua guida, i suoi rappresentanti. E' il popolo che conta in una Nazione. E noi siamo al servizio dei cittadini.
Ed è il popolo che i partiti dovrebbero ascoltare prima di obbligare i propri deputati e senatori a votare in quest'aula senza possibilità di scelta.
Sondaggi che di recente sono stati resi pubblici, tra l'altro, hanno ben sottolineato quale sia l'opinione dei cittadini.


Mi riferisco all'inchiesta dal titolo "Gli italiani e la riforma del Senato" diffusa da IPR Marketing lo scorso 7 luglio. Sottolineo il nome dell'istituto che ha condotto il sondaggio perché IPR Marketing è stato il primo a dire che il Partito Democratico avrebbe vinto le elezioni europee con il 40%. Sull'affidabilità e certezza dei dati, dunque, non si discute.


Il sondaggio ha prima chiesto agli italiani cosa vorrebbero fare di questo Senato. E il 53% di loro ha risposto che andrebbe abolito prima che diventi un Senato di nominati con un cumulo di cariche.

Poi lo stesso sondaggio ha chiesto loro se il nuovo Senato dovrebbe essere eletto dal popolo o no.


Ecco, cari colleghi, non facciamoci sfuggire la loro risposta perché il 55% degli italiani vuole che il Senato rimanga elettivo e solo il 30% di loro lo vorrebbe non elettivo.


Io non posso rimanere estraneo a dati come questi. Ho l'obbligo di tenerne conto, ho l'obbligo morale di non rimanere rintanato nel mio ufficio ma di ascoltare l'opinione di chi mi ha votato.
Noi, cari colleghi, non siamo super-uomini, siamo dei rappresentanti del popolo, scelti dal popolo. Rappresentiamo prima di tutto i cittadini e poi il governo e i partiti.

 

Io credo nel mio partito. Lo rispetto, lo seguo.
Ma prima di prendere ordini ho l'obbligo morale di ascoltare chi mi ha votato.
Anche perché, così come i miei colleghi eletti all'estero, io non sono stato nominato e messo in lista in una posizione buona per essere eletto.


In quanto eletto all'estero la gente mi ha scelto direttamente, ha espresso a mio favore una preferenza, ha scritto il mio nome sulla scheda elettorale. Io ho e sento il dovere di ascoltare i miei elettori.
Sono loro che mi hanno dato l'incarico parlamentare.

 

Chi mi ha votato, inoltre, continua a rassicurarmi, a darmi energia. Chi mi ha votato mi scrive quotidianamente e mi invita a continuare nella mia battaglia per la democrazia.
Tutto ciò non può che rendermi ancor più consapevole della mia responsabilità.

 

Io, cari colleghi, rappresento gli italiani del Nord e Centro America e vivo negli Stati Uniti d'America: uno dei Paesi considerato tra i più democratici al mondo.

 

Negli Stati Uniti il Senato non elettivo che qualcuno ha pensato di scegliere per l'Italia, è stato bocciato oltre un secolo fa, esattamente nel 1913 con l'approvazione del 17° emendamento all'articolo 1 della Costituzione americana. Da allora i senatori sono eletti direttamente dai cittadini e non già scelti, come avveniva in precedenza, dalle Assemblee legislative dei singoli Stati.
Perché in uno Stato democratico funziona così: sono i cittadini a scegliere ed è bene che questo concetto sia finalmente compreso da tutti.

 

Semmai, pensiamo a ridurre il numero degli eletti alla Camera dei Deputati. Sempre tornando agli Stati Uniti, infatti, vorrei ricordare che lì i senatori sono 100 mentre i deputati sono 435 a fronte di circa 350 milioni di abitanti!

 

Presidente, colleghi,
nessuno qui vuole ostacolare questa riforma. Nessuno vuole evitare il superamento del bicameralismo perfetto che, e penso siamo tutti d'accordo, non fa bene all'Italia. Nessuno pensa che il Senato debba dare la fiducia al governo.
Pensiamo solo che il nuovo Senato debba essere elettivo, avere parità e controllo, debba decidere sulle questioni legate ai diritti umani, le leggi costituzionali, le leggi elettorali ed il bilancio dello Stato.

 

Ci viene mossa un'obiezione: secondo la alcuni dei nostri colleghi saremmo disposti a far cadere la Riforma Costituzionale per difendere un principio democratico come l'elezione diretta del Senato.
Io l'obiezione voglio girarla a voi trasformandola in domanda: siete disposti a far cadere la Riforma per difendere un'elezione di secondo grado?
Se per voi non è un punto cruciale, perché non votate l'emendamento che reintroduce l'elezione diretta del Senato?

Dateci una risposta. Come lo spieghiamo ai cittadini?

 

Perché altrimenti qualcuno arriverà sul serio a pensare che il Senato che avete in mente non sia una Camera di garanzia dell'ordinamento costituzionale ma, come qualcuno prima di me ha già detto, sia semplicemente un dopo-lavoro per sindaci e consiglieri regionali.
Tutti vogliamo la riforma ma non vogliamo una riforma affrettata e fatta con superficialità. Stiamo cambiando la Costituzione e già questo dovrebbe bastare a farci capire quanto sia importante la discussione in questo momento che definirei storico.
Piuttosto che su un Senato non elettivo, si dovrebbe lavorare tutti insieme per eliminare definitivamente i doppi e tripli incarichi nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione.
Io sono del parere che il sindaco deve fare il sindaco, il consigliere regionale deve fare il consigliere regionale, il senatore deve fare il senatore. Ognuno deve svolgere esclusivamente il mandato per cui è stato eletto. La somma di più cariche rischia di far aumentare solo potere e corruzione.


Nella mia opinione tutto ciò causa un supplemento di lavoro che dubito avranno modo di svolgere al meglio, visto che molti amministratori locali hanno già diverse difficoltà nel portare a termine quanto è per ora di loro competenza.
Non riescono a risolvere problemi legati alla sanità, allo smaltimento dei rifiuti, all’urbanistica. Come potranno occuparsi anche del lavoro in Senato?
Qualche giorno fa ero con la mia famiglia nella mia regione d'origine: la Calabria. Il mio nipotino che vive negli Stati Uniti si è trovato di fronte a un cumulo di immondizia e ha subito preso in mano il suo telefonino per scattare delle foto.
Per lui, che vive lontano dall'Italia, la non raccolta dei rifiuti è un fatto incredibile, impossibile da capire. Per gli italiani, invece, è diventato normale e questo non va assolutamente bene. Abbiamo perso di vista quale sia la normalità.
I nostri cittadini ricevono meno servizi e tutti noi non facciamo altro che fargli pensare che tutto ciò sia normale. Non va bene.

 

Questi sono i mali dell'Italia e non un Senato elettivo che, invece, continuerebbe a garantire la democrazia nel nostro Paese.

 

Riflettiamo tutti insieme, cari colleghi.
L'Italia ha perso competitività, ha perso i suoi tratti distintivi. Non ci sono più le meravigliose botteghe artigiane che si tramandavano di padre in figlio e che tutto il mondo ci invidiava.
Senza contare le migliaia di imprese italiane che negli ultimi anni sono fallite nonostante vantassero crediti. Sono cose impensabili. Sono questi i veri problemi del Paese, non l'elettività del Senato.


Riflettiamo bene su quale sia il futuro migliore per l'Italia. Portiamo rispetto ai cittadini.
Ne hanno diritto ed è la Costituzione a dircelo. Diamogli il diritto di scegliere i propri rappresentanti e far si che abbiano un rapporto diretto con loro, un rapporto che sia più stretto. Cittadino e rappresentante devono lavorare insieme per risolvere i problemi nelle loro comunità.


Riflettiamo colleghi, e votiamo con senso di responsabilità. Servire i cittadini ed ascoltare i cittadini è la buona politica!

 

Grazie.

 

17 luglio 2014

 

 

 

 

 

 

 

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